Annabella: (entrando) Ciao divine! Allora, che succede? Scusatemi per il ritardo ma torno adesso adesso dalla questura. Non ci crederete ma mi hanno arrestato il marito.

Gioiaclaudia: (falsamente sorpresa e scandalizzata) No! Giura.

Annabella: Be', era ora. Vi confesso che ero un po' invidiosa, vero? Comunque ormai è andata. Ho già chiamato gli operai per sgomberare lo studio. Vorrei farci una sala da tè. Tanto, almeno un sei sette mesi li passa dentro, che dite?

Gioiaclaudia: (a Lisadora) È tre anni che gli dico che le sale da tè non sono più di moda, ma non mi vuole ascoltare.

Lisadora: (acida) Se usassi il cervello insieme alla bocca magari qualcuno ti ascolterebbe più volentieri!

Annabella: Oh! E cos'hai mangiato? Le ortiche a colazione.

Lisadora: Sì, tre piatti aspettando che qualcuno arrivasse puntuale.

Annabella: Capirai, fossi almeno un bel fustacchione.

Lisadora: (a Gioiaclaudia) Visto? Che ti dicevo?

Gioiaclaudia: Be'.

Annabella: Comunque adesso siam qua, forza, parla.

Gioiaclaudia: Sì, che aspetti?

Lisadora: Manca ancora Claracelia.

Gioiaclaudia: Oddio! Non avrai invitato anche lei?

Annabella: Questa poi! Mi sembra davvero di cattivo gusto.

Lisadora: Dai, dai, non fate tanto le schifiltose. È o non è l'amante dei nostri cari maritini?

Gioiaclaudia: Appunto, e meno la vedo.

Annabella: Già ci tocca sopportarla alle serate di bridge.

Gioiaclaudia: E al corso di Golf.

Annabella: Oh, e a quello di beneficenza.

Lisadora: Solo tu puoi fare un corso di beneficenza.

Annabella: Be', si incontra un sacco di bella gente.

Lisadora: Claracelia, ad esempio.

Annabella: (ride) L'altra sera l'ho vista da Madame Verne.

Gioiaclaudia: Dio, anche lì. Ma è come il prezzemolo.

Annabella: A proposito di bella gente, mi raccomando il party del mio piccolo tesoro.

Lisadora: (ipocrita) Oh, gioia, come potremmo mancare. Martedì sera, no?

Annabella: Certo, anzi cara, volevo chiederti se mi potevi mandare quello splendore del tuo maggiordomo. Come si chiama?

Lisadora: Armando.

Gioiaclaudia: Senti Annabella, rispettiamo i turni, io l'ho prenotato prima di te.

Annabella: Oh amoremio, non te lo rubo per molto, non ti preoccupare. Solo il tempo di dare una guardatina. Voglio che sia tutto perfetto martedì sera. Pensate, ci sarà pure il ministro Fabbrizzi.

Gioiaclaudia: E Claracelia, naturalmente.

Claracelia: (entrando) Mi avete chiamata?

Annabella: Claracelia, tesoromio, sei uno splendore. Fiorente di salute e carne soda. Miodio, sfiancheresti un toro.

Claracelia: E ci credo, tre ore al Conturella tutti i giorni, che se cado di culo rimbalzo in piedi come una molla.

Gioiaclaudia: (scandalizzata) Ma come, vai ancora al Conturella? Non trovi che sia diventato un po'. di massa?

Claracelia: Di massa o non di massa, io guardo i risultati (s'impettisce mostrando il seno).

Gioiaclaudia: Davvero belle sode, non c'è che dire.

Claracelia: E i fianchi? Guarda un po' che movimento (sculetta facendo passerella).

Lisadora: Figlie mie, questo sì che si chiama corpo! Dovrò venirci anch'io a questo Conturella.

Claracelia: (eccitata) Oh, sì tesoro! Quanto sarebbe divertente. (guardando Gioiaclaudia) D'altronde solo una donna di classe può essere aperta ai costumi della massa.

Gioiaclaudia: Sì, aperta davanti e di dietro.

Ridono, tranne Claracelia.

Claracelia: A proposito di davanti e di dietro, avete sentito della povera Geneviève?

Annabella: Dio che scandalo!

Claracelia: Io le avevo detto di stare attenta, che di quello non c'era da fidarsi. Ma lei, testarda!

Lisadora: Povera, aveva perso la testa. E tu avresti fatto lo stesso.

Gioiaclaudia: Ma era davvero così bello?

Claracelia: Li conosci i gusti di Geneviève: mai sotto l'uno e novanta, mai meno di trenta, sempre più di quaranta.

Annabella: Ma quaranta cosa?

Claracelia: Centimetri mia cara, centimetri.

Ridono.

Annabella: Pare l'abbiano portata in ospedale così come si trovava: un lenzuolo tra le gambe e via di corsa in ospedale.

Gioiaclaudia: E lui?

Lisadora: Scomparso.

Gioiaclaudia: Che tempi!

Lisadora: Precauzione, signore. Ci vuole precauzione.

Annabella: Ah, io se non vedo un certificato di sana e robusta costituzione manco ci parlo. Sarà un po' squallido non dico di no, ma ho visto troppa gente portarsi a casa certe cose.

Claracelia: Be', insomma, la prossima volta starà più attenta. Allora, dite un po', come mai 'sto raduno di femmine in calore?

Gioiaclaudia: E chi lo sa. È tutto un mistero di Lisa. dora.

Annabella: Ah, allora sei tu che hai organizzato?

Claracelia: Parla, allora, che succede?

Gioiaclaudia: Sì amoremio, svela a tutte questo segreto.

Lisadora: Con calma signore, prima ho da farvi una domanda.

Claracelia: Dicci.

Lisadora: Conoscete la Lisistrata di Aristofane?



Massimo Silvano Galli

Lisa e le altre   

da: Lisistrata o la guerra di Tangentopoli -congiura da salotto (1997) di Massimo Silvano Galli
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