Lisadora: Cristosanto! Le avessi invitate a una soirée o a una sfilata di Missoni. Ah, per tutte le vetrine di via Spiga! Ci sarebbe già la sala impestata di chiacchiere e pellicce. E invece... Ci fosse qui una femmina.

Gioiaclaudia: (entrando) Che succede tesoro? Perché ti lamenti tanto? Lo sai che non fa bene? Il mio estetista sostiene che se voglio rimanere giovane e bella.

Lisadora: Lascia perdere cara. Son talmente infuriata!

Gioiaclaudia: E per cosa angelomio?

Lisadora: Per cosa? Ma allora mi prendi in giro?

Gioiaclaudia: Non sia mai, ti voglio troppo bene, lo sai. Perché dovrei prenderti in giro?

Lisadora: Non ti avevo detto che era cosa di vitale importanza?

Gioiaclaudia: Sì.

Lisadora: Non mi ero raccomandata la puntualità?

Gioiaclaudia: Sì.

Lisadora: Be', sei in ritardo di un'ora esatta e Annabella non è ancora arrivata.

Gioiaclaudia: Verrà animamia, non ti preoccupare. Le ho telefonato personalmente ed è tutta curiosa di sapere cosa trami.

Lisadora: Oh, una curiosità irrefrenabile!

Gioiaclaudia: Non essere cinica Lisa.

Lisadora: E non chiamarmi Lisa! Quante volte ti ho detto che sembra il nome di una domestica. Ti chiamo forse Gioia, io? O Claudia? No. Ti chiamo Gioiaclaudia, così, per intero. come ti hanno battezzata.

Gioiaclaudia: Scusa (sillabando) Li-sa-do-ra. Che ne dici di un calmante? Mi sembri un po' nervosa.

Lisadora: Nervosa? Vi spaccherei la faccia.

Gioiaclaudia: Perché te la prendi tanto, giuro non capisco. Sai bene anche tu gli impegni che abbiamo, che non bastano le ventiquattro ore. Io, te l'avevo detto no? Avevo appuntamento dall'estetista. Vorrai mica farmi rinunciare? Annabella ha il party del piccolo Piergiorgio da organizzare. Con tutta quella servitù che gira per casa c'è d'avere cento occhi c'è. (pausa, incredula) Non mi dire che non ti ha invitata?

Lisadora: Non ne so proprio niente.

Gioiaclaudia: No, è impossibile. Vedrai che oggi te lo dice. Ci sarà il meglio della città, non puoi mancare.

Lisadora: Oh guarda, fosse per me. Quel bambino lo odio, non si sa mai cosa regalargli.

Gioiaclaudia: (euforica) Ah, io quest'anno ho avuto un'idea geniale. Gli ho comperato una moto.

Lisadora: Ma se ha solo sette anni.

Gioiaclaudia: Giura! Non l'avrei mai detto. Be' la userà quando sarà più grande. (pausa) Senti un po' cara, non è che mi presteresti il buon Armando martedì sera, sai ho una cena con certi amici.

Lisadora: Martedì?

Gioiaclaudia: Sì, mi faresti un gran favore. È così difficile trovare un buon maggiordomo di 'sti tempi.

Lisadora: (sbrigativa e un po' infastidita) Certo, certo. Se non ci si aiuta tra di noi.

Passa un attimo di silenzio e leggero imbarazzo

Gioiaclaudia: Allora dimmi, dimmi, cos'è questa cosa tanto importante che ci devi dire?

Lisadora: Be', te l'ho detto si tratta di un grosso affare.

Gioiaclaudia: (allusiva e divertita) Grosso?! Se me lo dicevi non andavo dall'estetista.

Lisadora: Non dirmi che ti vedi ancora con quel buzzurro?

Gioiaclaudia: Che ci vuoi fare amoremio, non ci resisto. Quando mi mette le mani addosso.

Lisadora: Già, già. Comunque non è quello che pensi. Che in tal caso, certo, sareste state qua, tutte in fregola con un ora di anticipo. No, è una cosa grossa grossa che ho menato e rimenato per tanto e tanto tempo.

Gioiaclaudia: Ho poveretto, l'avrai ridotto fine fine.

Lisadora: (divertita) Un filo mia cara, un filo. Tanto da trovare la soluzione.

Gioiaclaudia: (curiosa) La soluzione a che?

Lisadora: Eh, vuoi sapere troppo. Pazienza tesoro, pazienza. Dirò tutto quando arriverà anche Annabella. Piuttosto, tuo marito, come sta?

Gioiaclaudia: Come vuoi che stia? Rinchiuso. Ma ormai c'ho fatto il callo. Anzi, ti dirò, quasi quasi.

Lisadora: Non continuare, per carità, non sai quello che dici.

Gioiaclaudia: Non dirmi che ci soffri perché non ci credo. Proprio tu.

Lisadora: Sì, perché? Proprio io. Comunque non è questo il problema. Questa faccenda sta durando troppo.

Gioiaclaudia: A me lo vieni a dire? Gianroberto è quasi una anno che è in galera.

Lisadora: E tu sei contenta, vero?

Gioiaclaudia: No!. Be'. non so. Dico solo che se così non fosse, guarda, non so con quale coraggio potrei ancora mostrarmi in pubblico. Tutte le mie migliori amiche hanno il marito inquisito. Pare sia molto di moda.

Lisadora: Certo, ma a quale prezzo?

Gioiaclaudia: Oh cara, non so tu, ma quando si tratta di apparire non c'è prezzo che tenga. Pensa che Piergiorgia. Te la ricordi? Quella di Mantova che suo marito fa le calze di nylon. Be', ha dovuto pagare perché il marito venisse coinvolto.

Lisadora: Oh sì, l'ho sentito dire e, ti dirò, francamente mi sembra un po' snob. Anche se capisco che essere inquisiti oggi vuol dire veramente far parte dell'alta società.

Gioiaclaudia: Tesoromio siam ben fortunate noi che i nostri mariti non ci han fatto mancare proprio nulla.

Lisadora: Questo gli va riconosciuto. Tuttavia, non hai la sensazione che le cose si stiano eccessivamente complicando?

Gioiaclaudia: Cosa intendi dire?

Lisadora: Tu sai che anche il mio Zenopaolo è ormai quattro mesi che è in carcere. e va be', passi, se questo è il prezzo da pagare. Però, dico, cosa c'entro io con mio marito?

Gioiaclaudia: Niente, perché (preoccupata). Stanno cercando di tirarti in mezzo?

Lisadora: Peggio, mia cara, peggio. Una cosa che ha dell'incredibile.

Gioiaclaudia: Dimmi, racconta.

Lisadora: L'altro giorno vado da Gucci a prendere una cosina per l'onomastico del cane. Un collarino. Vedessi che simpatico, con tutte le grechine d'oro che girano intorno e il portamedaglietta in avorio; una bellezza! Be', ti dicevo. Scelgo il collare, vado alla cassa, tiro fuori la mia cartaoro, il commesso gentilissimo la infila nella macchinetta e io intanto guardo in giro se c'è qualcosa di carino. Sai quanto durano quelle noiose operazioni. Insomma, son lì che mi guardo un tailleur. niente di che, una cosina -da Gucci ormai ci vado solo per il cane, puoi capire-, non sento sfiorarmi la spalla, mi volto e chi ti vedo?

Gioiaclaudia: Chi?

Lisadora: Il commesso, imbarazzatissimo che mi dice che la mia carta di credito e stata bloccata.

Gioiaclaudia: (incredula) No!

Lisadora: Te lo giuro. Una vergogna. Ho dovuto pagare in contanti.

Gioiaclaudia: Questa poi! E tu dici che.

Lisadora: Non lo dico io, lo dicono i fatti. Tra poco se non facciamo qualcosa non avremo più nemmeno i soldi per pagare l'autista. E tu mi ci vedi in giro s'un volgarissimo taxi?

Gioiaclaudia: Siamo a questo punto?

Lisadora: Certo amica mia. E non credere che voi altre non corriate lo stesso rischio.

Gioiaclaudia: Be', dai. Annabella no.

Lisadora: Sì, sì, invece. Anche Annabella. Non creda di cavarsela solo perché suo marito fa il magistrato. Eh, no, cara mia. Io l'ho sempre detto: i panni sporchi si lavano in famiglia. che se qui ci mettiamo tutti a parlare!

Gioiaclaudia: Cosa vorresti insinuare?

Lisadora: Su Gioiaclaudia, non fare l'ingenua. Quante volte Lucafino o Annabella per suo conto ci han chiesto dei. chiamiamoli favori.

Gioiaclaudia: Be', sì però.

Lisadora: Però niente! Adesso fa tanto il puritano. Il grande giustiziere. Dieci ore ha interrogato mio marito l'altro giorno. Quando se non era per lui, altro che magistrato. Stava ancora a pulire i timbri della cancelleria. No tesoro, no ci si fa la guerra tra gente dello stesso sangue perché se no poi, senza volerlo, si finisce tutti nella stessa merda.

Gioiaclaudia: Certo Lisadora tu hai ragione, ma cosa vuoi che faccia, in fin dei conti è il suo lavoro.

Lisadora: E no! Il lavoro non c'entra. Qui si tratta di difendere una classe sociale. Faccia arrestare i negri, i bosniaci, gli albanesi, i drogati, che non si può più uscire di casa senza essere importunati; faccia arrestare gli operai quando scioperano senza pensare che decine di famiglie di onesti azionisti perdono milioni di lire per ogni minuto delle loro stupide rivendicazioni. Questo sarebbe il suo lavoro. E invece no. Viene ad attaccare i nostri interessi, che poi sono anche i suoi. e se non l'ha capito, ah lo capirà presto.

Gioiaclaudia: Quanta furia amoremio. Non ti ho mai visto così.

Lisadora: Guarda, ne ho fin sopra i capelli. E la storia del collare ha fatto proprio traboccare il vaso.

Gioiaclaudia: Hai perfettamente ragione, ma davvero non capisco cosa possiamo fare.

Lisadora: Io intanto ho cominciato a denunciare il marito di Annabella.

Gioiaclaudia: Tu che?

Lisadora: Sì, l'ho denunciato. Ho dovuto farlo, era indispensabile per il mio piano.

Gioiaclaudia: Quale piano? Io non ci capisco più niente.

Lisadora: Capirai quando si deciderà ad arrivare anche quell'altra disgraziata.

Si sente un campanello suonare.

Lisadora: Oh, eccola, finalmente!



Massimo Silvano Galli

Lisadora  

da: Lisistrata o la guerra di Tangentopoli -congiura da salotto (1997) di Massimo Silvano Galli
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