Lisadora: Bene amiche, tenetevi forte perché. è al cazzo che dobbiamo rinunciare.

Tutte si dileguano. Qualcuna piange.

Lisadora: Be', che fate, mi voltate le spalle? Dove andate? Che è quella faccia storta? Ma guarda, anche le lacrime? Volete o non volete?

Annabella: Ci stai chiedendo una cosa impossibile.

Gioiaclaudia: Ma dico, stai scherzando? Tu forse non ti rendi conto.

Lisadora: Ma che razza di puttane siamo! Ci credo che poi sopra i fatti nostri ci scrivono commedie. Gira e rigira nient'altro abbiamo in mente.

Gioiaclaudia: Ma scusa, prima ci dici che la cosa più importante è il sesso e adesso vorresti farci rinunciare?

Lisadora: Il sesso e i soldi, mi cara. Anche i soldi ho detto, e non a caso. Hai mai provato a pensare alla sessualità della tua domestica.

Gioiaclaudia: Io? Per carità!

Lisadora: Be', prova a pensarci. È una bella donna, no? Piacente, anche.

Gioiaclaudia: Tesoro in casa mia la bruttezza non entra neanche dalla porta di servizio.

Lisadora: Bene. Questa donna si alza alle cinque del mattino perché dove abita c'è solo un mezzo per raggiungere il centro e se lo perde addio stipendio. Esce fuori di casa che fa un freddo cane e tutta imbacuccata arriva puntuale alle sette e trenta davanti alla tua porta, dopo un'ora e trenta di viaggio al limite dell'umano, in mezzo a gente rozza, volgare, povera, (pausa) come lei. Entra in casa tua che stai ancora dormendo e stira e lava e pulisce e prepara da mangiare almeno fino alle sette di sera.

Gioiaclaudia: Alle otto. Da quando hanno arrestato mio marito mi sento tanto sola senza servitù.

Lisadora: Va bene, alle otto. Poi esce, riprende lo stesso mezzo, insieme alla stessa gente e alle dieci di sera, se gli va bene, rientra a casa sua. MA è solo all'inizio. Anche lì deve lavare, pulire, stirare, far da mangiare e poi c'è il marito con tutti i suoi bisogni, magari deve stare a dietro a due o tre mocciosi.

Gioiaclaudia: Due, credo.

Lisadora: Ecco. Finalmente verso la una le due di notte riesce a infilarsi sotto le coperte. Distrutta. Più che una donna un rottame. E tu pensi che le passi per la testa, per un solo secondo, il desiderio di scopare?

Gioiaclaudia: Be'.

Lisadora: No! Non ne ha la forza. Aspetterà le ferie per farlo (esistono apposta) e, se ci arriva, la pensione.

Annabella: Che tristezza.

Gioiaclaudia: Non ci avevo mai pensato.

Lisadora: Be', iniziate a farlo, perché se non fermiamo questo putiferio diventeremo tutte come quella donna.

Claracelia: Lisadora ha ragione amiche. Anche se, devi ammetterlo, non vi sarà facile dormire sole sole senza il becco di un uccello.

Lisadora: Basterà un po' di buona volontà. Lo vuoi?

Claracelia: Io, e perché dovrei? Non ho nessun marito in carcere?

Lisadora: Senti Claracelia, finiamola con 'sta commedia da quattro soldi. Lo sappiamo tutte che i nostri uomini vengono a turno a riscaldare il mestolo nella tua pentola.

Claracelia: Io. ma cosa.

Annabella: Ti prego tesoro non fare la santarellina. Mica lo scopriamo adesso, l'abbiamo sempre saputo e ci siam sempre fatte delle gran risate.

Claracelia: Voi.

Gioiaclaudia: Ma sì amoremio, siamo o non siamo delle donne moderne?

Claracelia: Mi sa che ha ragione Lisadora: siamo delle gran puttane.

Tutte ridono.

Claracelia: (divertita, ad Annabella, come liberata da un peso) E io che pensavo di custodire chissà quale segreto quando tuo marito mi ha confidato che andava a letto con Lisadora.

Annabella: Come?

Claracelia: Non mi dire che non lo sapevi?

Annabella: Lisadora, dimmi che non è vero?

Gioiaclaudia: Ma non fare scenate per niente. Perché tu non ti sei fatta ripassare da suo marito (indica Lisadora)?

Claracelia: (a Gioiaclaudia) Se è per questo anche da tuo marito. E non guardarla con quegli occhi che anche tu te li sei ripassati tutti almeno un paio di volte.

C'è un attimo di silenzio, tutte si scrutano l'una con l'altra. Ridono.

Tutte: Siamo delle gran puttane!

Lisadora: Vedete, siamo proprio tutte sulla stessa barca.

Annabella: Panfilo, mia cara, panfilo. Vorrai mica gettarci s'una volgarissima barca?

Lisadora: D'accordo, d'accordo, panfilo. Allora?

Claracelia: Be', a questo punto.

Lisadora: Oh, finalmente!

Gioiaclaudia: Ma cosa dovremmo fare di preciso?

Lisadora: Ora vi spiego tutto, ma prima c'è una sorpresa.

Annabella: Era tutto uno scherzo?

Lisadora: No, mai stata così seria.

Claracelia: E allora, di che si tratta?

Lisadora: I nostri uomini.

Gioiaclaudia: Sì.

Lisadora: (euforica) Fra meno di una settimana verranno scarcerati.

Claracelia: E tu come fai a saperlo?

Lisadora: Affari miei. Ho fatto in modo che le cose prendano questo verso.

Annabella: Ho capito, chi è il fortunato?

Lisadora: Ma no, che c'entra? Possibile che tu non riesca a pensare ad altro?

Annabella: Be'.

Lisadora: Be' un corno. Se non cominciamo subito a toglierci dalla testa certi cattivi pensieri, mi spieghi come faremo a resistere? SAremo sempre lì, col prurito tra le gambe e prima o poi il corpo non ubbidirà più alla testa.

Claracelia: Va bene, ok. Ammettiamo che noi tutte si sia d'accordo. Cosa ne guadagneremmo?

Lisadora: E proprio qui sta il piano. Ascoltate. Molto tempo fa c'era una guerra -tra Atene e Sparta, credo, o qualcosa del genere - che durava da tanto di quel tempo che in giro non c'erano più uomini e quelli che c'erano non servivano a niente. Allora una donna, Lisistrata. che non è la mia domestica. ebbe un'idea meravigliosa. Chiamò tutte le donne al suo cospetto e gli chiese di rinunciare, proprio come ho fatto io con voi. All'inizio anche loro fecero un gran baccano, perché -sappiatelo- sarà dura, anzi: durissima; ma alla fine costrinsero gli uomini ad abbandonare la guerra e a tornare a casa dalle loro donne che li aspettavano a gambe aperte. Certo oggi la situazione è assai diversa e a noi, in fondo, non ci interessa far tornare i nostri uomini, ma salvaguardare i nostri interessi, con tutto quello che ne consegue. E perdio, ci riusciremo!

Gioiaclaudia: E se gli uomini invece se ne fregano?

Lisadora: Non potranno per molto tempo.

Annabella: E se invece succede?

Lisadora: Compreremo un vibratore per resistere.

Claracelia: E ci vuol altro che un'imitazione.

Gioiaclaudia: Ma ci chiederanno, pretenderanno.

Lisadora: E noi gli mentiremo, diremo che non ne abbiamo voglia.

Gioiaclaudia: Io non sono capace di dire le bugie.

Annabella: (divertita) Questa mi mancava.

Lisadora: Vi ricordate da ragazzine quando si fumavano le prime sigarette e poi, per non farlo scoprire ai nostri genitori, ci mangiavamo un pacchetto di caramelle? Bene, oggi facciamo il bidet, ma la situazione non è cambiata.

Gioiaclaudia: E se invece ci costringono con la forza?

Lisadora: Noi gli cucineremo un piatto disgustoso.

Annabella: Che intendi dire?

Lisadora: Mai sentito parlare della topa fredda?

Ridono.

Lisadora: Le faccende di letto non han sugo se son fatte con la forza. Il maschio soffre e subito s'ammoscia.

Annabella: D'accordo, se stan così le cose io ci sto.

Gioiaclaudia: Niente più topa né oggi né domani!

Claracelia: Né oggi, né domani!

Lisadora: Oh amiche mie, come mi fate felice. Vedrete, non ce ne pentiremo. Aspettate, dobbiamo giurare con le stesse parole che usarono Lisistrata e le sue compagne. (esce e torna con un libricino e una bottiglia)

Annabella: Sì, giuriamo.

Lisadora: Va bene. Allora ripetete con me e poi brinderemo per suggellare il patto.

Gioiaclaudia: Oh, com'è tutto eccitante!

Annabella: Allora, che dobbiamo dire?

Lisadora: (sfogliando il libro) Ecco, l'ho trovato.

Claracelia: Dunque?

Lisadora: Ripetete. Nessuno mai, né amante né marito.

Tutte: Nessuno mai, né amante né marito.

Lisadora: Potrà accostarsi a me col cazzo in tiro.

Tutte: Potrà accostarsi a me col cazzo in tiro.

Lisadora: La vita passerò senza chiavare.

Tutte: La vita passerò senza chiavare.

Lisadora: In casa, ben vestita ed agghindata.

Tutte: In casa, ben vestita ed agghindata.

Lisadora: Finché l'uccello non fumi dal bruciare.

Tutte: Finché l'uccello non fumi dal bruciare.

Lisadora: E poi se mi dovesse violentare.

Tutte: E poi se mi dovesse violentare.

Lisadora: Immobile starò, a muso duro.

Tutte: Immobile starò, a muso duro.

Lisadora: Non alzerò le gambe fino al cielo.

Tutte: Non alzerò le gambe fino al cielo.

Lisadora: Né mai starò vibrando il culo in aria.

Tutte: Né mai starò vibrando il culo in aria.

Lisadora: E che mi vengan cisti, piaghe e scolo.

Tutte: E che mi vengan cisti, piaghe e scolo.

Lisadora: Se non rispetto il patto o lo rivelo.

Tutte: Se non rispetto il patto o lo rivelo.

Lisadora: E adesso forza, tutto d'un fiato, beviamo!

Annabella: E che buon pro ci faccia¡

Bevono, ridono, schiamazzano.

Zenopaolo: (vfc) Lisadora. Tesoro. Ma che succede! Che è 'sto baccano?. Lisadora, amore, sei tu?

Lisadora: Cristo, mio marito!

Gioiaclaudia: Devono averlo rilasciato.

Claracelia: Ma non doveva uscire tra una settimana?

Lisadora: Sssss! Nascondiamoci. Le cose vanno più veloci del previsto.

Tutte le donne escono. Si chiude il sipario.



Massimo Silvano Galli

Giuramento delle donne   

da: Lisistrata o la guerra di Tangentopoli -congiura da salotto (1997) di Massimo Silvano Galli
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