[...] Sembra, in effetti, che ci sia una di naturale tensione della società contemporanea a circondarci di cose, situazioni, e sviluppare pulsioni che tendono ad escludere la nostra individualità portandoci ad una sorta di totale identificazione con la società e i suoi dettami attraverso continui legami di dipendenza.

Possiamo definire questa dipendenza come un fenomeno che, partendo dal tentativo illusorio di soddisfare un desiderio attraverso uno strumento che ci permette e ci promette di vederne un possibile raggiungimento, ci porta in un "altrove" rispetto al raggiungimento del (puro) desiderio stesso.

Intendiamo dire che ogni forma di dipendenza parte sempre dal tentativo di raggiungere uno scopo che (per quanto distante se non addirittura impossibile) ci porta ad assumere strumenti che altro non sono che specchi che sanno riflettere l'oggetto del nostro desiderio, allontanandoci quindi dalla realtà ma, al contempo, rendendoci quell'oggetto credibile -e il prezzo di tale credibilità è l'assunzione acritica dello strumento che si pone come passaggio indispensabile alla realizzazione del desiderio.

In quest'ottica le dipendenze e le fenomenologie che si reificano nei comportamenti sociali, necessitano di un inquadramento disincantato e realistico che ci ponga innanzi a tali fenomeni coscienti della loro intrinseca necessità sociale -dove per necessità sociale intendiamo rilevare come tali fenomeni ben rispondono a quel continuo assestamento che il sistema sociale compie nelle sue funzioni logiche destinate alla conservazione del sistema stesso.

La dipendenza si riscontra socialmente in tutte gli atteggiamenti e in tutte le relazioni personali; sia che cadano nel territorio della vita privata, che in quello della vita collettiva e delle sue strutture. Essa passa attraverso sostanze che prendono forme diversificate che la codificazione sociale, invece di riconoscere come tossine, identifica come proteine complesse da assumere e trattenere.

Tutta la nostra vita è racchiusa in un contesto di rapporti individuali ed economici che -per sopravvivere- pare abbisognano di continue dipendenze (così come un essere vivente ha bisogno dell'aria per respirare) e ogni giorno ci misuriamo con una scala di valori che pone le nostre dipendenze come meno tossiche di quelle altrui. I rapporti familiari e d'amore, il valore del lavoro in rapporto alla produzione, etc., passano anch'essi attraverso dipendenze tossiche, mistificanti e illusorie quanto -ad esempio- quelle delle sostanze stupefacenti.

La dipendenza si sostituisce sempre a qualcosa che manca e che questa società sembra protesa a rendere sempre meno reperibile sostituendo i desideri e i bisogni profondi dell'Uomo con inutili succedanei che, in breve tempo, si rivelano unicamente simboli fragili e deperibili di uno status sociale la cui conservazione necessita di continui e rinnovati aggiornamenti di quegli stessi simboli [...].



Massimo Silvano Galli

Legami di dipendenza   

da: Making reality -saggio (1999) di Massimo Silvano Galli
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