Per quanto sia impropio cercare di individuare il momento preciso in cui le intuizioni prendono corpo, in quanto sempre frutto di substrati di pensieri e accadimenti che nel tempo si accumulano dando peso a quelle idee che, come suggerisce Platone, se ne stanno nell'aire, nel mondo iperuranio, e solo il peso delle nostre azioni e dei nostri pensieri accalcati e immagazzinati uno sopra e sotto l'altro può farle divenire tanto pesanti da dover, al fine, materializzarsi, scendere sulla terra.

Ciodetto, possiamo far risalire questo punto di rottura, questa discesa sulla terra, all'aprile del 1993, quando, qualche giorno dopo il debutto con la performance "Aria Fritta" nella chiesa sconsacrata di San Bernardino in quel di Sedriano (Milano), fui chiamato a tenere alcuni incontri con gli studenti della locale scuola elementare.

L'iniziativa prendeva nome: "Gli artisti vanno a scuola" e cercava di mettere alla comune prova del "fare" quel rapporto intimo e immediato con la creatività che hanno i bambini e gli artisti quando si muovono davvero sul terreno della Creazione, mettendo a nudo tutti i conformismi, compresi quelli di una didattica troppo spesso presa da ritriti accademismi e troppo poco impegnata ad accompagnare i bambini ad un incontro non creativo, ma propriamente e fortemente artistico con il reale. stimolandoli a sviluppare il proprio Spiritus Phantasticus (così lo chiama Giordano Bruno): sollecitando e rendendo cotinuamente visibile "quel mondo mai saturabile di forme e di colori" indispensabile per organizzare e rendere fruibile ogni approccio con la conoscenza.

Lavorando fianco a fianco con quei giovani artisti, diventando lo psicagogo capace di condurre le loro anime oltre la frontiera del visibile e dell'immaginabile, capii che avrei potuto, a partire da quella esperienza, aprire una nuova strada al mio "fare arte" iniziando una serie di opere, appunto, relazionali che prevedessero la collaborazione con l'Altro lungo tutto il processo della Creazione.