Il 1993 è l'anno della svolta.

Qualche giorno dopo la sua "prima morte", una nascita: la scuola elementare di Robecchetto lo invita a tenere alcuni incontri con gli studenti, incontri che muteranno per sempre il suo modo di pensare e fare arte e, certamente, di pensare e "fare" la sua vita.

Davanti a quei giovanissimi studenti, intuisce la possibilità di portare a nuovo termine il percorso ipotizzato da Friedrich Hegel (l'arte è qualcosa di passato che ha perduto genuinità, verità, validità; per capirla è oggi necessario rielaborarla teoricamente, poiché qualsiasi approccio ingenuo sarebbe altrimenti indigeribile), auspicato da Walter Benjamin (la speranza è che le nuove tecniche applicate all'arte avvicinino l'opera al suo destinatario e lo mobilitando a rifare lo sforzo dell'artista che deve necessariamente essere preceduto dalla consapevolezza della propria condizione e del mondo che abita) e concretizzato da Marcel Duchamp (con l'opera "Fontaine" che aprirà la strada ad un nuovo concetto di arte).

Inizia così ad affiancare alla produzione di opere, per così dire, individuali, una serie di opere relazionali che prevedono la collaborazione con l'Altro lungo tutto il processo della Creazione.

Si addentra in questo modo, e per la prima volta conspevolemente, nei territori della pedagogia e della cura pedagogica che caratterizzeranno un'importante aspetto della sua vita adulta.

Massimo Silvano Galli

La Svolta dell'Arte  

da: Curricula's Ways -piccola biografia portatile di Massimo Silvano Galli
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