Nell’aprile del 1993, in una bella chiesetta del Cinquecento dedicata a San Bernardino, allestisce la performance "Aria Fritta" che riunisce diversi temi della sua poetica in una sorta di antologia dove prova a tirare le somme della produzione dell'ultimo decennio.

Alla messa in scena partecipano, in veste di critici, tre amici, tre artisti: uno scrittore, Mario Spinella, un musicista, Giuliano Zosi, e un pittore, Daniele Oppi.

Lo spettacolo procede meravigliosamente ma poi improvvisamente, proprio mentre i tre amici si accingono a prendere parola, Massimo Silvano Galli... muore, cade "come corpo morto cade" e rimane in uno stato di morte apparente per almeno una decina di minuti.

Molte furono le ipotesi che nei giorni immediatamente successivi si formularono attorno a questo strano episodio. Alcuni attribuirono l’accaduto a un normale stato di sovreccitazione e tensione, altri, i più fantasiosi, confabularono di strane e malefiche presenze, la scienza parlò di crisi epilettica simulata.

Nel video che conserva la memoria dell'evento, si vede l'autore alzarsi di scatto dalla sedia come punto da qualcosa e, volto lo sguardo con terrore verso un affresco di San Gerolamo, cadere rovinosamente con gli occhi riversi.

 

Massimo Silvano Galli

la prima morte  

da: Curricula's Ways -piccola biografia portatile di Massimo Silvano Galli
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