Giunge così l'adolescenza (col cervello che si perde dentro il ballo di San Vito d'ogni ghiandola endocrina e l'ipofisi che sparge ruggiti di mascolinità in fieri -"l'età de la stupidera": dicono i padani) e con lei il grande balzo nel mondo, ma senza grandi traumi, semplicemente attraversando.

Sono questi gli anni della grande scorpacciata esistenziale, delle domande sul senso della vita intrappolate tra le pagine dei mille libri in cui sprofonda in cerca di risposte, ma sono anche gli anni in cui le prime intuizioni su di sé e il proprio destino si vanno radicando e calcificando in possibili forme in cui crede di poter scolpire il futuro.

Continua a scrivere forsennatamente e più scrive più la lingua assume l'odore e le sembianze di un essere vivente che lo seduce e lo cattura facendogli credere di essere l'Amore.